Sta per arrivare una nuova libraia nella scatola lilla, mancano proprio pochi giorni, ma io sono pronta?
Ho pensato e creato la mia piccola libreria sola soletta, ormai quasi 6 anni fa e l’ho sempre “gestita a modo mio”.
Questo mi ha permesso di usare il tempo a mia disposizione come meglio credevo, senza persone alle quali dare conto se non a me stessa o al cliente che aspettava eventualmente il libro prenotato.
Ho aperto con i miei tempi, scegliendo a cosa e a chi dare la priorità ogni giorno, trascurando magari la pila di fatture da registrare per quella chiacchiera in più con un’amica o un lettore.
Accade però che il corso delle cose cambi, che arrivino nuovi progetti e che ci sia bisogno di cambiare o quanto meno di modificare un pochino quanto fino a oggi creato. Il cambiamento mi ha sempre fatto paura e allo stesso tempo stimolato tanto, altrimenti nel 2010 non avrei mai mollato un posto fisso per seguire questo folle sogno lilla.
Si è creato un microcosmo dove ormai ci si chiama tutti per nome, dove se qualcuno sta andando a fare la spesa di fronte alla libreria mi chiede se abbia bisogno di qualcosa; dove il venerdì, cascasse il mondo, ci si ritrova per brindare all’arrivo del fine settimana (che poi brindiamo dopo le 19.00 anche il martedì, il mercoledì e il giovedì, è un’altra storia, lo scoprirà da sola).
Dovrò fare di tutto perché si senta a proprio agio, dovrò farla abituare alle schiscette di mamma Rosa (che sono più un pranzo di Natale vista la quantità di cibo che riesce a produrre solo a pranzo).
Dovrò raccontarle che alcune persone salutano dalla vetrina senza mai entrare, ma felici di trovarci ancora aperti e che io replico sorridendo al loro saluto perché va bene così.
Dovrò spiegarle dove si comprano i grattasosta e dove si trova la cooperativa del lavoro per non farsi cogliere impreparata.
Dovrò raccontarle delle telefonate che riceviamo perché ci scambiano per il servizio stampa libri on line.
E che no Signora, non posso inoltrare la telefonata all’ufficio competente, noi non c’entriamo con “il mio libro”; mi spiace non le piaccia l’impaginazione, ma non posso aiutarla
Dovrò raccontarle dei clienti che fanno gli ordini sulla soglia della libreria restando in sella alla loro bicicletta.
Dovrò raccontarle del cartello “Torno subito” che potremo sfruttare tutte le volte che vorremo staccare per cinque minuti.
Dovrò raccontarle di quei giorni che ascolto in loop Tom Waits.
Dovrò raccontarle che quando arrivano le mie nipotine, giocano a fare le libraie e noi dovremo fingere di fare i clienti.
Dovrò raccontarle che mia mamma ha sistemato il magazzino per farglielo trovare in ordine.
Dovrò raccontarle che quando registro dal cellulare i “buona la prima” faccio uscire tutti perché mi vergogno.
Dovrò raccontarle che quando arriva il bel tempo, ci piace far ascoltare le nostre storie alla strada …
Dovrò raccontarle che la nostra è una famiglia allargata e che non abbiamo bisogno di leggi, decreti e approvazioni per sentirci tale.
Dovrò raccontarle delle mie debolezze così le sembrerò meno pazza di quanto non sia.
E infine, le racconterò del mio libro preferito, per giocare a carte scoperte e per svelarle la parte più intima di me.
Un nuovo capitolo sta per essere scritto e io non sto più nella pelle.
Io ve lo dico: “Attente a queste due”, ne leggerete delle belle.
Difficile per un vulcano come te. Dovrebbe aver paura lei? Ma chi è: una dipendente o una socia?
Io tri saluto al di là del vetro sperando che tu ci sia sempre! Buona fortuna! Adriana
Ciao Adriana,
la nostra sarà una collaborazione 🙂
speriamo verranno fuori tante nuove idee …