Alessandro Mari dialogherà con Eva Massari
Lei, la ragazza, è un’aspirante modella che si guadagna da vivere come può. Lui, Milo One Way Montero, è un pugile che conosce una sola direzione, andare avanti, e che andando avanti ha conquistato il titolo di campione del mondo. I due si incontrano, si annusano, si perdono. Quando si ritrovano, lui porta sulle spalle il peso di una bruciante sconfitta e di un’operazione all’occhio che lo ha reso più fragile; lei sembra pronta a farsi custode di quest’inedita fragilità. Parlano la stessa lingua, una lingua fatta di corpi che si intrecciano, di frasi scarne, ma soprattutto di gesti: lei copre con la mano l’occhio di lui, lui fa altrettanto con quello di lei. “Mi vedi?” si chiedono. E finché continuano a vedersi – malgrado le paure di lui, malgrado l’inafferrabilità di lei – il resto è solo rumore di fondo.
Ma quel rumore c’è, e interferisce. C’è la provincia post-industriale italiana che Milo si è lasciato alle spalle. C’è il grande ritorno sul ring da preparare con il sostegno di un intero clan. E c’è Irene, la sorella di Milo, che gestisce l’impero economico nato attorno al brand One Way, ed è pronta ad andare contro chiunque minacci di ostacolarla o anche soltanto di intromettersi.
A osservare il clan Montero, Leo Ruffo, giovane scrittore ingaggiato da Irene per raccontare la vita del campione. E il biografo allora diventa confidente, testimone di quanto accade dentro e fuori dal ring. Ma da che parte stare? Da quella di Irene, disposta a tutto pur di tenersi stretti la ricchezza e i privilegi faticosamente conquistati? O da quella della ragazza, che adesso cerca redenzione e giustizia attraverso la vendetta?
Alessandro Mari scrive con commovente nettezza una storia spietata e poetica che riverbera le luci del ring, ma che di fatto si consuma nell’ombra poco oltre la scena. Una favola nera sulla lotta tra purezza e compromessi dell’anima.
È il fatto di vedere, mette giù sul taccuino. Vedere o non vedere la vita che ti viene addosso.
Alessandro Mari (1980) è narratore e traduttore. Con Troppo umana speranza (Feltrinelli, 2011), suo esordio narrativo, si è imposto all’attenzione di pubblico e critica vincendo il Premio Viareggio-Rèpaci. Ha poi pubblicato Gli alberi hanno il tuo nome (Feltrinelli, 2013), L’anonima fine di Radice Quadrata (Bompiani, 2015), Cronaca di lei (Feltrinelli, 2017) e la graphic novel Randagi (Rizzoli-Lizard, 2016). I suoi lavori sono tradotti in Europa e in Sudamerica. Ha inoltre firmato e condotto programmi di cultura per la televisione.
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