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«Il 13 settembre del 2010 mi chiama l’avvocato: “Siediti, che il giudice ha deciso”. Mi siedo e penso a quanti soldi mi costerà tutto questo: due figlie, una separazione, una ex compagna incazzosa. Secca: “Te le ha date tutte e due”.» Affidate a lui, il padre: è una delle due notizie che cambiano la vita a Marco Morlacchi; l’altra è che ha un enfisema «severo» e gli restano dai cinque ai dieci anni di vita, «statisticamente, si capisce» come puntualizzano in ospedale, con l’imperturbabile gaiezza dei medici.
Come ci si improvvisa padre single di due figlie che forse non vedrai crescere? Marco lo scopre in un anno di quotidianità domestica e disavventure sanitarie, bagno invaso da rasoi e creme per il corpo, amiche e fidanzati che vanno e vengono, richieste di attenzione (da parte del padre) e di denaro (da parte delle figlie), molti dialoghi stralunati e altrettanti gin&tonic per annaffiare i dispiaceri. Sullo sfondo un dilemma: mettersi in lista per un trapianto, sperando che venga trovato un donatore, o tirarla in lungo finché Marta non sarà laureata, finché Alice non avrà infilato la sua prima scheda nell’urna, finché… Ma la verità è che non c’è mai un momento buono per decidere «adesso potrei anche morire», soprattutto quando le vite da vivere sono almeno tre.
Cinico e dolcissimo, scabro e poetico, il romanzo d’esordio di Carlo Turati è pura vita: come si impara a essere padre, a essere figlie, a essere umani? Tra magoni, arrabbiature e speranze, alla fine lo scopriremo solo ridendo.
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