Il 22 giugno 1941, le divisioni naziste attaccanol’Unione Sovietica. A ottobre giungono nei pressi diMosca. La caduta della città sembra imminente.In quei giorni una studentessa s’aggira per le viedella capitale. Il cuore stretto dall’angoscia, si fermasul ponte detto di Crimea: «Come era bello!Sembrava che tanti fili lo tenessero per aria sulleacque grigie del fiume Moscova». Si chiede se tantabellezza non sia destinata a scomparire. Saluta il
ponte. Si arruola.Tamara Lisitsian, questo il suo nome, è paracadutataa 18 anni dietro le linee nemiche. È catturata, fuggeda un campo di concentramento, combatte insiemeai partigiani. Dopo la vittoria, prova a dimenticare.Ma un’amica italiana l’esorta a testimoniare, lasostiene, l’aiuta a raccontare le vite e i destini segnatidalla guerra, consegnando a queste pagine l’esempiodi chi non si arrese quando tutto sembrava perduto.
Scrivi un commento