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Nico ed Elsa si sono conosciuti durante gli anni dell’università, a Roma. Mentre il paese era paralizzato dalla crisi economica e i loro coetanei andavano all’estero per cercare lavoro o per trovare se stessi, si sono innamorati sfacciatamente, e a quell’amore si sono aggrappati come a una scialuppa durante una tempesta. Dopo qualche anno di appartamenti condivisi e lavori precari, sono stati assunti da pANGEA, una multinazionale che si occupa di sviluppo sostenibile e transizione ecologica: in pratica, di aiutare i brand ad apparire più etici e green. Oggi hanno trentasei anni e grazie al loro talento e ad alcune idee di grande successo, come un’app di ginnastica respiratoria che stimola la produttività degli utenti, hanno scalato i vertici dell’azienda. Sono direttori creativi del reparto di Innovazione digitale, vincono premi prestigiosi, hanno comprato casa e l’hanno arredata con devozione, possono permettersi cibo a chilometro zero, viaggi intercontinentali, abbigliamento slow fashion. Ma lavorano senza sosta, sono costantemente connessi, hanno la sensazione di non potersi fermare mai, neppure la notte, quando i progetti e le scadenze si trasformano in incubi. Mancano poche settimane al p-Day, l’appuntamento più importante dell’anno, il giorno in cui pANGEA presenta al pubblico i prodotti del futuro. Quest’anno si terrà per la prima volta a Roma e la squadra di Innovazione digitale è più che mai sotto pressione. Mentre il caldo assedia la città, gli incendi costringono le persone a chiudersi in casa e le proteste degli attivisti climatici vengono represse con la forza, nella quotidianità apparentemente perfetta di Nico ed Elsa si insinuano, come granelli di sabbia in un ingranaggio, dubbi e insofferenze impossibili da ignorare. Con una prosa precisa e affilata, a tratti frenetica, a tratti malinconica e pervasa di dolcezza, Edoardo Vitale si chiede che cosa sia l’amore ai tempi della performance, dell’ansia dilagante e della crisi climatica. “Gli straordinari” è la storia di Elsa e Nico, ma racconta il presente e il passato recente di un’intera generazione, esplora il suo complesso rapporto col lavoro e ne smaschera in modo sconcertante ossessioni, vizi, dipendenze e paure.
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