Caverne
Clemens Meyer
Keller
Con la caduta del blocco comunista, la Germania Orientale diventa la cerniera tra Est e Ovest, il link fra Balcani e Nord Europa: crocevia dei traffici illeciti di beni e persone. La nuova terra di frontiera promette soldi facili e piaceri a buon mercato, ma è un acquitrino dove le contraddizioni di decenni di DDR sprofondano nel torbido interregno del dopo Muro, è una palude infestata dagli alligatori del turbo-capitalismo e dai piccoli predatori che si azzuffano per gli avanzi: gli Angels, gli arabi, gli slavi in lotta per conquistarsi il predominio sui traffici.
Sono loro gli uomini delle caverne: Arnold Kraushaar, detto Kalašnikov, immobiliarista che decide di puntare sul promettente settore della prostituzione in appartamento; Hans, gestore di un bordello perseguitato dal passato e stretto in un presente di rivendicazioni sindacali e controlli fiscali; l’ex fantino che da anni cavalca per le strade buie in cerca della figlia portata via dalla droga; il pirotecnico Ecki con la sua trasmissione radiofonica notturna di recensioni hard; e poi puttane, clienti, protettori…
Sullo sfondo: la musica che ha accompagnato quegli anni, la letteratura utopica socialista e «Il capitale» reloaded, la trasformazione urbanistica che si è spinta fin nelle viscere rocciose della città e le nuove leggi che hanno rivoluzionato il settore del sesso mercenario in Germania, mettendo le prostitute a regime di partita IVA.
Nel romanzo più complesso ed epico di Clemens Meyer, le vicende dei protagonisti si intrecciano strettamente con quelle della Storia in un racconto a molte voci, crepuscolare e carsico, che ricorda per stile rapsodico la «Berlino Alexanderplatz» di Alfred Döblin e con le sue atmosfere notturne e ossessioni sessuali rimanda alla scrittura di Wolfgang Hilbig.
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